Considerata simbolo di felicità, indicata dagli antichi Romani come rimedio per la cura di molti disturbi tra cui contusioni e problemi agli occhi, veniva chiamata “mazurana” ed è forse proprio dal nome dato all’erba dai Romani, che è derivato il nome maggiorana di oggi. Un’antica leggenda narra che, fu la dea dell’amore Afrodite a coltivare per la prima volta la maggiorana conferendole il suo tipico aroma. Proprio per questo c’era l’usanza tra le ragazze greche di mettere sotto al cuscino un rametto di maggiorana, che avrebbe permesso di vedere in sogno il volto del futuro sposo.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Si prelevano i rametti secondo necessità e, in particolare, le sommità fiorite durante l’estate (luglio-agosto). Il momento in cui l’aroma è più pronunciato è sicuramente poco prima della fioritura tra aprile e maggio; le foglie destinate a essere conservate previa essiccazione è bene però raccoglierle tra settembre e ottobre.
Per l’essicazione si recidono gli steli a circa 15 cm da terra poco prima della fioritura, si legano in fasci lenti e si appendono in luoghi ombrosi, ventilati e asciutti. Anche seccata, la maggiorana mantiene le sue proprietà aromatiche.
PROPRIETA’ TERAPEUTICHE E USI
Molto ricca di vitamina C, contiene olio essenziale, tannini, acido rosmarinico, sostanza amara.
È una pianta sostanzialmente aromatica, amara, antispasmodica, espettorante e sedativa. I contenuti della maggiorana sono simili a quelli dell’origano.
Gli antichi medici greci utilizzavano la maggiorana per curare i dolori articolari e muscolari. Più tardi i Romani attribuirono alla pianta la facoltà di guarire le contusioni, trattare i dolori mestruali, sistemare lo stomaco e guarire la congiuntivite oculare.
Attualmente, alla luce di approfonditi studi effettuati dalla scienza medica, alla maggiorana vengono attribuite essenzialmente proprietà digestive, antierpetiche e antispasmodiche per i crampi mestruali.
IN CUCINA
In cucina è ampiamente utilizzata come aromatizzante, soprattutto per i piatti a base di carne o pesce ma anche per zuppe, verdure, tofu e molto altro. La maggiorana infatti può essere aggiunta fresca o essiccata sulle zuppe di verdure, nelle insalate verdi, nelle insalate di pomodori e legumi o al posto dell’origano sulla pizza.
Questa pianta è tipica della regione mediterranea: il nome melissa sembra provenga dal greco mèlinon, la cui radice mèli-mèlitos significa miele. Ciò probabilmente deriva dal fatto che questa profumata pianticella attira le api, è nettarifera e incrementa la produzione i miele
Benché le foglie assomiglino a quelle dell’ortica, esse non pungono, ma anzi, se strofinate fra le dita emanano un gradito profumo di limone, ecco perché viene spesso anche chiamata “erba limoncina”.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Della melissa vengono utilizzate le foglie e le sommità fiorite che sono di sapore amaro, aromatico, leggermente acre e molto profumate di limone.
È bene raccogliere la pianta all’inizio della fioritura, ma per le foglie sarebbe ancor meglio scegliere aprile-maggio , prima cioè della fioritura che avviene in piena estate. Si fa essiccare in luoghi ombreggiati e arieggiati.
PROPRIETA’ TERAPEUTICHE E USI
Le proprietà della melissa sono soprattutto quelle calmanti e sedative. Ecco perché è indicata in caso di ansia, di irritabilità, di insonnia determinata da una stanchezza eccessiva, di nervosismo e di tachicardia. E’ in grado di agire anche contro il mal di testa causato da un accumulo di tensione nervosa.
IN CUCINA
Si usa in piccole dosi per insaporire bevande, macedonie di frutta, insalate, frittate, carni e pesce oltre che per la fabbricazione di liquori che, al gradevole gusto, associano proprietà digestive.
MENTA
Una storia narrata da Ovidio lega il nome di questa erbacea a quello della ninfa “Myntha”, creatura di bellezza straordinaria.
Secondo la leggenda, la ninfa venne trasformata nella pianta della menta da Proserpina, moglie gelosa di Plutone, ed il suo caratteristico profumo gli fu donato dal dio come ultimo gesto d’amore.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Della menta vengono utilizzate le foglie e le sommità fiorite, da raccogliere ben asciutte.
Per l’essicazione si prelevano le foglie di menta in maggio-giugno o in settembre e si lasciano su graticci in locali ombrosi, asciutti e ventilati.
PROPRIETA’ TERAPEUTICHE E USI
La menta ha proprietà digestive, leggermente antisettiche; viene usata per combattere l’asma, la nausea, come blando stimolante della motilità intestinale. Il suo componente essenziale è sicuramente l’olio essenziale (mentolo) presente in particolar modo nelle foglie fresche, va utilizzato con cautela perché, ad alte dosi, possiede proprietà analoghe a quelle di certi stupefacenti, provocando dapprima uno stato di agitazione, tremiti, convulsioni e, successivamente, una forte depressione.
IN CUCINA
Tutte le varietà di menta (genere Mentha) sono caratterizzate dall’aroma fresco e gradevole, e vengono aggiunte a piatti sia dolci che salati, nella cucina di diverse culture: the, torte, gelatine, omelette, zuppe, aceti aromatici, verdure. La menta è particolarmente adatta per mitigare l’aroma molto forte di certe pietanze come l’agnello o le fave. Le foglie della menta si possono consumare fresche, o possono essere facilmente essiccate o surgelate.
Anche i fiori di menta hanno un alto contenuto aromatico, e sono particolarmente indicati per la preparazione di infusi. Essi inoltre attirano api, farfalle e sirfidi.
ORIGANO
Il nome dell’origano deriva dal greco oros (monte) e ganos (splendore, bellezza vistosa), che significa “monte splendido” e molto probabilmente si riferisce al fatto che i suoi fiori, ricoprendo i pendii dove cresceva, donavano all’ambiente un aspetto di grande bellezza.
Tante sono le leggende che ruotano intorno alla pianta aromatica per eccellenza della dieta mediterranea, tra cui quella avente per protagonista Amaraco, un principe dell’isola di Cipro che si dilettava nella produzione di profumi e che era da tempo alla ricerca dell’essenza perfetta. Quando finalmente la trovò, decise di portare in dono il profumo al re, ma l’ampolla che lo conteneva cadde, si ruppe e il principe morì di dispiacere. Gli Dei, mossi a compassione dalla dedizione e dalla passione di Amaraco, lo trasformarono in una pianta che avesse il sentore dell’essenza da lui stesso creata: un profumo capace di attrarre e consolare chiunque: l’origano.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Si prelevano le foglioline e le sommità fiorite secondo necessità, lungo tutta la stagione vegetativa.
L’origano da essiccare deve essere raccolto in un certo periodo dell’anno. I mesi giusti per farlo sono quelli della massima fioritura, nel momento in cui è più profumato (generalmente da giugno a settembre). Scegliete le giornate umide e piovose per recidere la pianta. Andranno raccolti dei piccoli mazzetti tagliandoli via dalla pianta con delle forbici o un coltello ben affilato. Questo è il modo corretto di limitare la sofferenza della pianta dando un taglio netto e possibilmente trasversale.
PROPRIETA’ TERAPEUTICHE E USI
Ricco di ferro sali minerali, acidi grassi omega 3, vitamina A e C, calcio, ferro, manganese, l’origano è un antibiotico naturale: nella medicina popolare era un rimedio consigliato contro tosse, mal di testa e problematiche legate allo stomaco. In cosmesi l’olio naturale di origano è un potente antisettico, antinfiammatorio e antispasmodico: grazie alle proprietà antimicrobiche, può essere utilizzato anche sulla pelle più sensibile, afflitta da psoriasi, eczema, eruzioni cutanee. L’origano possiede proprietà analgesiche, antiossidanti, oltre a favorire la circolazione sanguigna contrastando la cellulite.
IN CUCINA
Ingrediente classico della grande cucina italiana, viene usato al pari della maggiorana, con la quale tra l’altro viene sempre confuso. È aroma ideale per insaporire sughi di pomodoro, pizza,
PREZZEMOLO
Prezzemolo è il nome volgare del Petroselinum Hortense (“sedano che cresce tra le pietre”), originario del Mediterraneo e dell’Asia Occidentale, una pianta erbacea a fusto che può arrivare fino ai 70 cm. di altezza, dalle foglie triangolari lanceolate e dal bel colore verde prato. I Greci lo associavano alla loro mitologia, dato che quando i serpenti divorarono l’eroe greco Archemonus, araldo della morte, il prezzemolo crebbe dove il suo sangue bagnò il suolo. Essi adornavano le tombe con ciuffetti di prezzemolo, lo utilizzavano per decorarsi i capelli durante i banchetti, lo intrecciavano nelle corone donate ai vincitori dei giochi. Omero narra che gli Achei lo davano in pasto ai cavalli da corsa, convinti che esso avrebbe dato loro la giusta energia per vincere.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Si effettua in modo scalare nel corso dell’anno, prelevando le foglie più grosse possibilmente recidendo gli steli a pochi centimetri dalla base, così da stimolare l’emissione di nuovi germogli allungando il periodo di raccolta.
Foglie e radici si possono essiccare in locali bui e asciutti e conservare in vasi di vetro. Se congelate, le foglie conservano però meglio l’aroma. Si può preparare anche l’olio al prezzemolo unendovi le foglie tritate finissime per ottenere un ottimo condimento aromatico.
PROPRIETA’ TERAPEUTICHE E USI
Il prezzemolo esercita un’ottima azione diuretica, aiuta a perdere qualche chilo di troppo causato dalla ritenzione idrica; regola gli zuccheri nel sangue e previene gli effetti degenerativi del diabete sul fegato. E’ quattro volte più ricco di vitamina C rispetto ad un’arancia, per cui ottimo antiossidante, antitumorale e antifiammatorio, contiene vitamina B12, che aiuta il normale sviluppo delle cellule ed è importante per la gravidanza, la fertilità e la prevenzione delle malattie degenerative, contiene calcio, essenziale per rendere denti e ossa più forti, magnesio, che fissa il calcio e iodio, che aiuta la ghiandola tiroide a funzionare correttamente. Grazie all’abbondanza di sali minerali, è un ottimo rimedio contro gli stati di stanchezza cronica e l’anemia, in più soddisfa le carenze vitaminiche, è un valido aiuto contro reumatismi, gotta e infezioni urinarie.
Gli oli essenziali stimolano e regolarizzano il ciclo mestruale e placano i dolori, prevengono la caduta dei capelli, regolano le risposte immunitarie nelle allergie e nelle patologie autoimmuni; la clorofilla contrasta l’alitosi; le foglie alleviano le punture di api, vespe e calabroni. Il prezzemolo agisce come disinfettante delle vie aeree medie e superiori, neutralizza gli effetti nocivi del tabacco e dell’alcol, elimina la sensazione di nausea e vomito. Grazie all’eugenolo combatte l’artrite e riduce l’edema articolare, grazie all’apigenina, un flavonoide che il prezzemolo contiene in alte concentrazioni.
IN CUCINA
Il prezzemolo è possibile utilizzarlo in moltissime pietanze: basti pensare al famoso modo di dire “essere come il prezzemolo”, dovuto al fatto che questa erba aromatica la si può trovare dappertutto ed è ampiamente utilizzata in molte preparazioni culinarie: dal pesce alla carne, fino ai sughi, minestre, verdure; sono poche le preparazioni che non acquistano più gradevolezza al palato grazie a un trito delle sue foglie.
Raccomandazione importante, come per molte altre aromatiche, è quello di aggiungerlo sempre negli ultimi istanti di cottura per evitare che il calore ne alteri l’aroma.
ROSMARINO
Il nome latino ros (rugiada) – marinus (marino) si riferisce all’azzurro dei fiori che ricorda, per l’appunto, i colori del mare.
Il rosmarino era considerato dai popoli antichi una panacea universale. Gli Egizi, i Greci, i Romani e gli Arabi ricorrevano spessissimo a questa pianta per curare i più svariati malanni: la usavano per fare fumenti contro i reumatismi, come tisana antispasmodica, per curare i disturbi di ventre causati da infezione intestinale, per i disturbi delle donne ecc.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Le foglie e i rametti di rosmarino possono essere colti in qualunque periodo dell’anno, meglio in tarda mattinata. Pur perdendo parte delle sue proprietà aromatiche, il rosmarino può essere essiccato lasciando appesi i rami raccolti in fasci in locali ombrosi, ventilati e asciutti, in seguito può essere anche polverizzato. Può essere conservato anche nel congelatore e sott’olio.
PROPRIETA’ TERAPEUTICHE E USI
È una pianta ricchissima di oli essenziali (pinene, conforene, limonene) flavonoidi, acidi fenolici, tannini, resine, canfora e contiene anche l’acido rosmarinico dalla proprietà antiossidante. Molti studi, infatti, hanno dimostrato che i principi attivi del rosmarino hanno la capacità di inibire l’anione superossido, un radicale libero molto tossico e reattivo, responsabile dell’ossidazione cellulare.
In fitoterapia può essere usato come infuso o decotto ed è utilizzato come depurativo del fegato e come tonico e digestivo. Per questa ragione viene inserito nella composizione di tisane disintossicanti insieme al tarassaco e alla bardana.
È efficace nei casi di meteorismo e dei disturbi intestinali in genere, nel caso di spasmi ventrali, vertigini, inappetenza.
In aromaterapia, grazie alla presenza dell’olio essenziale che conferisce alla pianta una potente azione antibatterica e antisettica, è impiegato come pianta balsamica utile in caso di raffreddore, tosse e febbre.
Sempre la sua essenza svolge un’azione energizzante sull’organismo e sulla psiche, utilissima in caso di esaurimento psicofisico, stanchezza e depressione. L’infuso, unito all’acqua del bagno ha un eccellente effetto stimolante e secondo alcuni avrebbe anche un potere afrodisiaco se mescolato alla menta ed alla salvia.
Inoltre il rosmarino ha proprietà astringenti dovute al tannino, per cui è indicata in caso di diarrea, emorragia e quando il flusso mestruale è troppo abbondante.
Per uso esterno, i risciacqui sono efficaci contro il mal di denti e le frizioni per i dolori reumatici ed il mal di testa. I cataplasmi delle foglie tritate e riscaldate in un olio vegetale sono ottime per le contusioni e le slogature. Usato per risciacquare i capelli, stimola i follicoli piliferi alla ricrescita e previene la calvizie precoce e l’alopecia.
IN CUCINA
Questa pianta aromatica è un’erba insostituibile in cucina, soprattutto nella dieta mediterranea.
Immancabile su carni, pesci e nella preparazione di salse, è la spezia più usata nelle grigliate e nelle marinate: si usa con l’agnello, il manzo, il coniglio, l’anatra e l’oca. Il fiore viene utilizzato per aromatizzare le insalate, le foglie, fresche o essiccate, vengono aggiunte a molte pietanze come arrosti, intingoli, piatti a base di patate e torte rustiche.
Ottimo persino su pane e focacce.
I rametti di rosmarino, inoltre, vengono utilizzati insieme all’aglio, per aromatizzare olio di oliva ed aceto con risultati eccellenti; il suo uso rende i cibi non solo più gustosi, ma anche più digeribili.
Tante sono le leggende che la vedono protagonista: una, d’origine popolare, narra che quando i soldati di Erode diedero la caccia a Gesù; Maria e Giuseppe cercarono disperatamente un nascondiglio per il loro figlio, chiedendo rispettivamente di nascondere il piccolo prima alla bella Rosa, che rifiutò e venne riempita di spine da Maria; poi alla Vite, che rifiutò anch’essa di proteggerlo, tanto che Maria, per punirla, le fece tagliare i tralci ogni anno; in seguito al Cardo, sulle cui foglie Maria fece crescere le spine per punizione.
Solo come ultima chance, Giuseppe e Maria giunsero alla Salvia, che coprì e salvò Gesù, tanto che la Vergine, per ringraziarla, le donò il potere di guarire tutti gli uomini e di insaporire vivande e bevande, facendola divenire la pianta più utile sulla Terra.
RACCOLTA E CONSERVAZIONE
Tutta la pianta emana un gradevole e persistente aroma anche solo sfiorandone il fogliame. Si utilizzano foglie e fiori, dai quali si estrae anche un olio essenziale. La raccolta va fatta preferibilmente in tarda mattinata, secondo necessità per il consumo immediato e preferibilmente in autunno, dopo la fioritura, se si desidera procedere all’essiccazione.
PROPRIETA’ TERAPEUTICHE E USI
È un “deterrente” del diabete, accelera il processo di cicatrizzazione dopo una ferita; è uno stimolante dell’organismo; è particolarmente indicata in caso di esaurimento fisico o intellettuale, è benefica per il cervello e aiuta la memoria; è un gastroprotettore per via della sua azione antispasmodica; ha un’azione estrogena che agisce efficacemente contro il sudore. La salvia è un’eccezionale fonte di vitamine del gruppo B (acido folico, tiamina, vitamina B6 e riboflavina); vitamina A, potente antiossidante naturale essenziale per la visione notturna, per mantenere sane mucose e pelle. Le foglie offrono una buona quantità di vitamina C, che aiuta nella sintesi delle proteine strutturali come il collagene, mantenendo integri i vasi sanguigni, la pelle, gli organi e le ossa; sono una ricca fonte di minerali (potassio, zinco, calcio, ferro, manganese e rame). La salvia è piena di flavonoidi, contiene un olio etereo che agisce sugli ormoni ed è benefico per le donne, contrastando i disturbi tipici della menopausa (le classiche vampate di calore), allevia i dolori mestruali e, in caso di amenorrea, favorisce il flusso mestruale; la salvia è un buon tonico per il cuore; è indicata per l’igiene orale, frizionandola su denti e gengive; rinforza le mucose; allevia gli spasmi con le sue intrinseche proprietà balsamiche e svolge azione benefica per le ghiandole surrenali.
IN CUCINA
La salvia è tra le piante aromatiche più usate in cucina, come ben dimostra la sua frequente presenza in orti e giardini. Oltre che per insaporire arrosti, involtini, ripieni e sughi, il suo gradevole aroma leggermente piccante e amaro basta a trasformare il burro fuso in un gustoso condimento per pasta e riso.
BIBLIOGRAFIA
La medicina dei semplici – curarsi con piante medicinali, alimenti e rimedi naturali, di Alessandra Formenti – Edizioni l’Informatore Agrario
Piante aromatiche e medicinali in giardino e in vaso, di pollice verde – Giunti Demetra
Piante officinali e aromatiche – Provincia Autonoma di Trento
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