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La tensione è come avere dei nodi serrati, nascosti nei nostri muscoli, nella nostra mente, e nel profondo dei nostri cuori.
Pratichiamo Taijiquan per scoprire quei nodi e scioglierli.
- Un corpo rilassato è un corpo che non si sofferma sulle cose.
- Una mente rilassata è una mente che non si sofferma sulle cose.
- Se vuoi rilassarti, pratica Taiji.
- Se vuoi che gli altri si rilassino, pratica Taiji (su di loro).
- Ci sono quattro livelli di rilassamento:
- Livello 1: rilassare le spalle e le braccia
- Livello 2: rilassare la vita e la parte bassa della schienaLivello 3: rilassare le ginocchia e i piediLivello 4: rilassare la mente.
- È facile vedere “cosa”, facile mostrare “come”, ma richiede vera comprensione lo spiegare “perché”.
- Il Taiji non elimina lo stress, ti insegna come gestirlo.
- Devi padroneggiare te stesso per padroneggiare il Taiji, e il Taiji riguarda il padroneggiare se stessi.
- Non cercare di superare l’abilità degli altri, piuttosto cerca di superare la tua stessa abilità.
- La pratica del Taijiquan è una soluzione lenta, a volte è così lenta che il bisogno di risolvere il problema non è più importante.
- Non è tanto il numero di volte che hai ripetuto una pratica, ma quanto profondamente ci hai lavorato sopra.
- Non “fare” semplicemente i movimenti, “sentili”
- Non lasciare che il tuo corpo inconscio domini la tua mente, piuttosto fai che la tua mente conscia guidi il tuo corpo.
- Non stai eseguendo male i movimenti, li stai solo eseguendo inconsciamente.
- Le paure del Taijiquan:
- la paura di restare indietrola paure di essere ignoratila paura di non essere capacila paura di perdere la facciala paura del dolore fisicola paura di imparare “nel modo sbagliato”la paura di mostrare “nel modo sbagliato”la paura di impegnarsila paura delle false fantasie.
- Una cosa non buona del Taji è che è difficile da comprendere.
- Una cosa buona del Taiji è che una volta che lo comprendi, c’è ancora molto da imparare.
- I contenuti preziosi del Taijiquan sono nascosti nei movimenti di transizione.
- Qualunque postura seguita da fermi può essere considerata una posizione Wuji — non si muove ma è pronta per qualunque azione.
- Il Qi che affonda nel dantian è solo la metà del percorso. Il Qi che affonda nei piedi è la destinazione finale.
- Il più alto livello di Taijiquan non ha bisogno di forma e movimento — è uno stato di “nessuna intenzione”. (David Chen)
La citazione introduttiva ci avvicina alle esperienze incarnate da persone comuni, che, personalmente, nel tempo, stanno sperimentando la pratica. Incontriamole assieme.
Liliana W.
Il Tai Chi l’ho cercato a lungo, da quando ho partecipato ad una brevissima introduzione al Chi Kung, una strana disciplina (come la definivo) che, con esercizi specifici, agiva da dentro, muoveva l’energia interiore, ti faceva stare bene, in sintesi “ti curava” l’aspetto emozionale facendoti poi stare bene fisicamente.
Questa cosa mi ha incuriosita e affascinata da subito e ho cercato di approfondire leggendo articoli che trovavo qua e là. Poi il primo libro sul Chi Kung e su Tai Chi. Ricordo che in copertina c’era l’immagine di gruppi di cinesi in un parco che praticavano queste “arti marziali” e mi sono detta: “questo lo voglio fare anch’io”.
Sono passati anni da quel primo approccio e finalmente un giorno ho visto la locandina del corso di Tai Chi – Chi Kung. Mi sono iscritta subito, felicissima.
Fin dalla prima partecipazione al corso sono stata bene. Ascoltavo attentamente la lezione teorica, i suggerimenti dell’insegnante, mi concentravo su posizioni, ascolto interno e spirituale, ricerca di movimento interiore: il Chi.
In seguito si è rafforzata la consapevolezza che la pratica mi avrebbe aiutata semplicemente a stare bene, ad affrontare qualsiasi difficoltà a non farmi sopraffare dalle emozioni, a superare i miei limiti, le mie paure, la mia inadeguatezza in certe situazioni.
Quanto tempo è passato dalla prima lezione? 6, 7, 8, anni?
Non ricordo esattamente, so solo che nel corso di questi anni ad ogni ripresa delle lezioni è come se la pratica iniziasse da zero. Da un lato perchè l’insegnante introduce sistematicamente nuovi esercizi che contribuiscono ad ampliare la comprensione teorico/pratica dei movimenti della forma e del Chi Kung, dall’altro perchè più pratico, più la ricerca di energia, di ascolto interiore sembra più difficile da realizzare.
Questo forse dipende dal fatto che un po’ alla volta memorizzo la fisicità dei movimenti e la concentrazione va ora sull’interno, con le difficoltà che ne conseguono.
In ultima analisi credo però che il Tai Chi sia proprio questo, ricominciare da capo ogni volta, ascoltarsi ancora, cercare, sentire l’energia che muove corpo e mente e che ti aiuta a superare ostacoli, ad affrontare serenamente la quotidianità.
Sono consapevole di una cosa, che il lavoro è ancora tanto e che solo una pratica costante porterà dei risultati.
Personalmente posso dire che sono riuscita a superare alcuni limiti, ad accettarmi un po’ di più per quella che sono, ad affrontare meglio situazioni che prima mi angosciavano.
Non mi sono mai interessata al beneficio fisico della pratica, inteso come disciplina sportiva, perchè non era quello che cercavo, invece ora mi accorgo anche di altri risultati, giovamento a problemi cervicali per esempio, schiena, maggior flessibilità in generale.
Quello che mi manca ora è solo la possibilità di praticare più spesso, per sopperire a questa mancanza prima di addormentarmi mi capita di eseguire esercizi o la forma mentalmente e mi piace pensare che forse il Tai Chi è anche questo.
Elisabetta D.
Ciao Liliana,come detto ti invio alcune mie riflessione sulla mia esperienza Tai Chi Chi Kung.
Ho incontrato “non per caso” questa disciplina qualche anno fa.
Venivo da pratiche diverse, interessanti, ma che rimanevano pratiche esterne, che ho, dopo un po’, abbandonato.
Il Tai Chi Chi Kung si è rivelato diverso.
Mi ha costretta a confrontarmi con me stessa, con il mio modo di reagire alle sfide o difficoltà.
Mi ha sollecitata alla riflessione sulle dinamiche mente-corpo,ragione -sentimento (da buona Bilancia alla ricerca di equilibrio.
Nel corso di questi anni di pratica (sarebbe più corretto definirli momenti visto che è un cammino continuo),molti sono stati gli insegnamenti appresi e i cambiamenti ottenuti, sia fisici che emotivi,ed io li ascolto con molto interesse e nei vari momenti della giornata o mentre “corro” spesso qualche dettaglio visto, o forse percepito, mi riporta dico io in :”modalità Tai Chi” e rifletto,mi ascolto …e cerco di mettere in ordine le informazioni, perché ora sono un po’ alla rinfusa.
Quest ‘anno mi sono iscritta con questo proposito: ascoltare, ringraziare e lavorare sui miei blocchi.
Non è stato facile scrivere queste semplici riflessioni,ho dovuto costringermi a farlo, ma fa perte del percorso anche questo.
Federica
Nel 2011 mi sono avvicinata al Tai Chi Chi Kung per caso, in un periodo difficile della mia vita.
Cercavo qualcosa per fare del movimento, ma non volevo il “chiasso” di una palestra. Doveva essere qualcosa di stimolante, per prendermi cura del mio corpo.
Sono stata invitata ad iscrivermi al corso, ma, al temine della prima lezione, volevo rinunciare, perchè la mia reazione a quanto stavo facendo mi aveva sopraffatto; ricordo di avere pianto. Probabilmente è stato un pianto di sblocco, quel tanto da fare breccia nella mia corazza, tant’è che poi, continuando a praticare, non ho più provato quel tipo di emozione, ma molte altre e diverse. A volte mi trovo a sorridere tra me e me per il benessere che provo eseguendo qualche particolare esercizio!
Praticando ho acquisito più sicurezza, stima e consapevolezza di me. Non sempre pratico a casa ma vedo che, comunque, anche con poco impegno, la mia postura e camminata sono migliorate, le articolazioni hanno più elasticità, il respiro è più controllato anche in situazioni critiche e i dolori cervicali, che mi perseguitavano, sono scomparsi.
Imparare ad ascoltarsi e percepire l’energia del proprio corpo è davvero meraviglioso!!
Il percorso è infinito, ma ora so di avere intrapreso quello giusto!
Non posso che ringraziare chi mi ha fatta avvicinare a questa disciplina e all’insegnante che, con molta pazienza, mi aiuta in questo cammino.
Lia
Sono Lia e vorrei raccontare come mi sono avvicinata al Tai Chi Chi Kung.
Ho 68 anni e fino ai 59 anni ho sempre fatto della ginnastica aerobica, poi mi sono resa conto che non riuscivo più a seguire l’insegnante
Mi sono messa alla ricerca di qualcosa di più tranquillo e ho incontrato il Tai Chi Chi Kung.
E’ stato un forte cambiamento e alla fine del primo anno ero indecisa se continuare.
Ho proseguito e ora, a distanza di nove anni, sono contenta di averlo fatto.
Lentamente, nel tempo, ho percepito dei cambiamenti nella mia persona: da una maggiore sicurezza in me stessa, al miglioramento della postura, alla mente e corpo più sciolti e “liberi”.
Sono convinta che proseguendo migliorerò ancora!!
Vilma
Sono al secondo anno di pratica del Tai Chi Chi Kung e sono felice di avere fatto la scelta di avvicinarmi a questa disciplina, che avevo visto praticare in una ripresa televisiva,da un gruppo di persone cinesi in una piazza.
Mi ha subito attirato la lentezza e la dolcezza dei movimenti e quando ho scoperto che avrei potuto praticarla vicinissima a casa, ne ho subito approfittato.
Finora ho perso solo una lezione e anche se uscire la sera mi pesa, cerco di non ascoltare la “poca voglia”, perchè so che è una pratica piacevole e gratificante e quando torno a casa, poi, mi sento sciolta e rilassata.
Cerco anche di praticare a casa, ma non tutti i giorni ci riesco, un po perchè non è sempre facile trovare il momento giusto e un po, lo ammetto, per pigrizia.
Vorrei aver fatto maggiori progressi nell’esecuzione della forma, ma mi rendo conto che non posso pretendere di imparare tutti i passaggi in poco tempo, quando so che ci vogliono anni di pratica.
Sento, comunque, che l’impegno che devo mettere nel cercare di coordinare di vari movimenti è positivo sia a livello fisico, che mentale. Sono consapevole di praticare una disciplina che mi fa bene e mi fa sentire bene e questo mi basta!
Lorenza
Inizio col raccontare di aver visto, all’incirca sei anni fa, l’annuncio di un corso di Tai Chi Chi Kung.
Mi ha subito incuriosita, ne ho parlato con mia sorella e con delle amiche, che subito mi hanno detto ” che bello” e così ho deciso di iscrivermi.
Ho iniziato cosi,
Alle volte mi chiedo “perchè stasera vado a lezione?” se preferirei stare a casa e fare tutt’altro.
Poi qualcosa in me mi dice “vai e mettiti in gioco”.
Eseguo gli esercizi rimanendo in silenzio per ascoltarmi, per dare più attenzione al mio corpo alle sensazioni che mi manda in particolare al respiro, al movimento dalle gambe, delle braccia, ai polsi, al cuore che si calma
e alla serenità che mi trasmette.
Quando eseguo gli esercizi suggeriti dall’insegnante, alle volte li faccio volentieri, altre volte incontro delle difficoltà. Qui si innesta la marcia della comprensione nei confronti di me stessa, perchè continuo a praticare anche per essere più paziente nei confronti di me stessa e degli altri e per riuscire ad essere più flessibile nella mia vita di tutti i giorni.
Anche il praticare in un gruppo con altre persone mi fa sentire bene e un po più al sicuro e il corpo risponde ed io ne sento il beneficio.
Mi sembra di non imparare mai abbastanza, come ci fosse un’altra occasione per entrare nel dettaglio per migliorare e per provare più piacere nel costruire una nuova energia, dove la mente abbandona i pensieri di ansia,
e preoccupazione. Sei li e vivi il tuo momento, attraverso il tuo impegno personale acquisisci più sicurezza, più serietà e tenacia.
Gli esercizi insegnano a non forzare la mente ed il cuore rimane tranquillo e impara ad avere più fiducia nella vita, per incontrare quella “donna forte” che vorresti conoscere!
E’ anche grazie alla pazienza e alla forza che mi trasmette l’insegnante che posso costruire tutto ciò e per questo la ringrazio.
CONTINUA……